POR EL LIBRE EJERCICIO DE LA AUTOEDUCACIÓN. NO ABSOLUTO A LA ACCIÓN EDUCADORA ESTATAL

adelanteSINministerio

Estamos acostumbrados, en general, a considerar normal el hecho de que el Estado se arrogue la función de educarnos. Es una de las muchas atribuciones que le damos al ente estatal, a cambio de que sea el garante de eso que llaman “nuestros derechos y libertades”.

Mediante ésa y muchas otras cesiones hemos hecho dejación de nuestros deberes y responsabilidades, convirtiéndonos en meros súbditos acatadores de órdenes. Consentir que otros se encarguen de lo que nos deberíamos ocupar nosotros repercute gravemente en nuestra calidad como personas, y el haber sufrido en nuestros cuerpos y mentes la acción educadora estatal desde que éramos niños explica en gran medida el porqué hoy nos encontramos faltos de personas pensantes, reflexivas, sensatas, audaces, imaginativas, resolutivas, responsables, aptas para la convivencia, voluntariosas…

Si observamos la realidad, nos damos cuenta de que no existe apenas el pensamiento propio. Esto se puede comprobar fácilmente escuchando la mayoría…

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Quando si parla di femminicidio contro il volere della vittima

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Oggi ho visto su Facebook questo post che ricorda (anche se indubbiamente male) una tragica pagina della storia del nostro paese per farne un simbolo di lotta femminista, e, siccome sono contraria all’utilizzo della memoria di persone defunte per eventi, progetti, propagande o manifestazioni alle quali non sappiamo se avrebbero voluto aderire (visto che, chiaramente, non possiamo chiedere il loro consenso), ho provato a leggere o ascoltare qualcosa dell’epoca e…

la storia mi si è presentata in maniera opposta a quella letta nel post. Queste cose possono succedere e mi piacerebbe che si evitasse appunto di correre questo rischio, cioè che si rispettassero di più la vita, la morte e la memoria delle persone, evitando di affibbiargli dei nostri obiettivi o delle nostre interpretazioni senza nemmeno menzionare il fatto che non siamo sicuri di far bene.

Vorrei quindi invitarvi a leggere le parti del testo che ho selezionato (o il post completo qui) e poi ad ascoltare le parole della vittima, intervistata in una trasmissione dell’epoca:

 

Post:

Captura1

(…)

Captura2

 

Intervista:

 

00     Clicca qui per ascoltarla.

 

Altra intervista:

intervdm

Clicca qui per leggere l’intervista completa

 

Aggiungo qui sotto il commento che ho scritto d’impulso sotto al video,

ma vorrei premettere che l’autrice del post di cui sopra non la conosco e non ce l’ho particolarmente con lei, si tratta solo di un esempio tra tanti, dato che purtroppo questi metodi di persuasione sono usatissimi e forse in alcuni casi le persone che li usano pensano ingenuamente che la vittima sarebbe d’accordo, non sempre si tratta di cinica manipolazione, ma, a mio avviso, sicuramente sarebbe meglio evitare e si tratta pur sempre di mancanza di sensibilità, di tatto… Se io in cinque minuti sono riuscita a scoprire che la vittima del sequestro e tentativo di assassinio aveva lottato proprio contro l’interpretazione (secondo lei errata) della sua tragica esperienza come fatto di violenza di genere, poteva scoprirlo chiunque volesse fare questa brevissima ricerca.

Quindi mi chiedo se i veri sentimenti delle vittime non contino proprio NULLA… 😦

 

4

 

Un’ultima risposta ricevuta su Facebook:

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Questo scambio di idee l’ho aggiunto perché abbastanza tipico, spero che possa essere un utile spunto di riflessione senza offesa per nessuno.

 

Prado Esteban Diezma in italiano sulla legge contro la violenza di genere (traduzione mia)

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LEGISLARE CONTRO L’AMORE

La legge contro la violenza di genere e la costruzione dello Stato di polizia totalitario

La legge sulla violenza di genere del 2004 (LOVG) è stata approvata all’unanimità [in Spagna] da un parlamento in maggioranza maschile (solo il 36% dei parlamentari erano donne). Il consenso generale che questa legislazione ha ottenuto svela la sua importanza capitale per lo Stato e la colloca nella stessa categoria delle linee guida fondamentali del sistema, come la Costituzione del 1978.

I dati della sua applicazione sono scioccanti: il 13% della popolazione carceraria sono maschi puniti per reati definiti da questa legge e una parte importante di questi crimini, se commessi da donne, rientrerebbe nella categoria dei reati minori e non condurrebbe a pene detentive. Durante i primi cinque anni di vita della legge più di centomila uomini hanno subito un qualche tipo di condanna o misura penale. Il governo ritiene che le centomila denunce annuali presentate rappresentino solo un quarto di quelle che si dovrebbero presentare (1), quindi è necessario calcolare che se gli uomini incarcerati per violenza di genere sono novemila in questo momento, potrebbero raggiungere presto la cifra di trentaseimila, aumenterebbe cioè la popolazione carceraria del 50%, dando vita ad autentici campi di concentramento.

D’altra parte, l’applicazione di questa norma non solo non ha risolto il problema della morte delle donne uccise dai loro partner, ma le vittime (2) hanno continuato ad aumentare. Una crescita che è proprio il risultato dell’amarezza, del risentimento e dell’ostilità che la legge e la propaganda schiacciante dei media e del sistema educativo, tra le altre cause, generano nei rapporti tra i sessi.
Tale normativa ha effetti molto positivi per il maccanismo dello Stato capitalista che incita la discordia tra le donne e gli uomini come pretesto per espandere ulteriormente lo stato militare e di polizia e l’intervento del sistema giuridico nella vita sociale, mentre prova procedure eccezionali per il controllo e il dominio della popolazione civile come i braccialetti di sorveglianza e vigilanza, e per la massiccia manipolazione mentale che si avvale di misure (giudiziarie o meno) di rieducazione come quelle attualmente effettuate sugli uomini per la creazione di quella che chiamano la «nuova mascolinità».
Appropriandosi del discorso dell’emancipazione e della liberazione femminile, il femminismo di Stato rende accettabile una normativa che è, a tutti gli effetti, un regime speciale, con tribunali speciali e applicazione del diritto penale del nemico a una parte della popolazione alla quale viene imposta la presunzione di colpevolezza generica.
L’attuazione di tali misure giustifica la crescita inarrestabile delle varie forze di polizia e Guardia Civile che aumentano al ritmo del 5% annuo (3), con una percentuale di donne che nel centro di formazione di polizia Avila è già il 19% per la scala di base, mentre per la scala dell’esecutivo sono il 56% dei richiedenti, alcune donne hanno raggiunto la cima del potere di polizia e del potere statale come Elena Sánchez, segretaria generale della CNI o Concepción de la Vega, capo superiore di polizia nelle isole Canarie.
Ma questa crescita mostruosa dello stato repressivo si presenta con un’immagine progressista e liberatoria di difesa degli oppressi (le donne) e di ripristino della giustizia sociale, così la polizia non è più vista come un’istituzione per la tortura e la brutalità contro la gente comune ma come una ONG di salvatori e salvatrici di donne indifese.

La LOVG, tuttavia, non è un caso unico, fa parte del vasto piano di espansione degli strumenti di violenza perpetrata dai governi della socialdemocrazia a partire dal 2004, tra cui sono comprese una serie di leggi e la recente riforma del Codice Penale.

Inoltre, le centinaia di miglia di donne sono oggi sempre più in contatto quotidiano con gli apparati repressivi, le continue visite alle stazioni di polizia o alle caserme della Guardia Civile stabiliscono relazioni di dipendenza e adesione nei confronti di queste istituzioni, la simpatia con cui i suoi membri si presentano e l’intimità che in molte occasioni genera il rapporto instaurato con loro saranno utilizzate dall’apparato repressivo per reclutare tra le donne confidenti e collaboratrici e indottrinarle all’ideologia di un nuovo fascismo basato sull’esaltazione delle istituzioni statali e sull’odio irrazionale (che ora si materializza nell’orrore nei confronti degli uomini ma che può essere diretto verso qualsiasi altro gruppo sociale) perché la loro natura emotiva e istintiva le rende facilmente manipolabili.
Il sessismo, che è l’essenza della LOVG, è un’ideologia della stessa natura del razzismo perché è un essenzialismo biologico. Nello stesso modo in cui i nazisti hanno usato il sentimento anti-ebraico per costituire la loro base di consenso, istigando le masse all’odio irrazionale e alimentando l’emotività più elevata, il pregiudizio basato sull’androfobia viene usato oggi dal potere con la stessa funzione.

Questa dottrina, insieme alle abitudini e ai modelli di comportamento che l’incessante istruzione e l’applicazione delle leggi chiamate di discriminazione positiva creano nelle donne, faranno rivivere filosofie e organizzazioni fasciste che, in molti casi, avranno un volto femminile (4).
Per questa ragione tra le fonti di cui il femminismo di stato si nutre vi sono correnti che sono state erroneamente descritte come anti-sistema, come il movimento SCUM che già dal suo stesso nome (i suoi acronimi significano Società per lo Sterminio dell’Uomo) è un’affermazione fascista.

Pur essendo la repressione l’aspetto più sorprendente, non è l’unico, né il più importante elemento inquietante di una legge che mira alla trasformazione radicale e irrevocabile delle idee, comportamenti e schemi culturali che hanno storicamente organizzato i legami tra donne e uomini. In primo luogo, definisce tutte le relazioni tra i sessi come rapporti di potere e dominio, affermando che, da tempi immemorabili, gli uomini hanno abusato delle donne (5) e usato l’aggressione contro di loro grazie al posto privilegiato che occupano nella società.

Si afferma anche che la violenza dei maschi nei confronti delle femmine è strutturale, cioè che si verifica perché sono donne e non ha una causa specifica. Paradossalmente gli uomini sono oppressori nei confronti delle donne solo quando hanno legami affettivo-sessuali con loro, ma non quando sono uomini d’affari, governatori, poliziotti, giudici, giganti dei media o altri potenti; da questo si deduce che non si tratta di una legge contro gli uomini in generale, bensi contro le relazioni affettivo-sessuali, i legami e le naturali istituzioni della convivenza. È sorprendente che questa argomentazione pazza e insensata sia penetrata così fortemente in una parte significativa della società.
Con simili discorsi si incoraggiano molte donne ad assumere un’ideologia vittimista, che rivendica il diritto di essere debole, mentre si coltivano il risentimento e il rancore più aspri verso gli uomini, fomentando un rifiuto irrazionale che annulla le capacità riflessive e intellettuali delle donne che la sostengono e provoca atteggiamenti e sentimenti di lamentela e inferiorità, oltre a un’aggressiva ferocia nei confronti dell’altro sesso.
Infatti, la legge che istituisce la speciale vulnerabilità delle donne, il loro bisogno di protezione eccezionale, dimostra un sessismo indefinito, sostituendo la tutela maritale che aveva istituito il codice civile del 1889 con quella dello Stato e delle sue istituzioni e funzionari, fondando così un neo-patriarcato statale, che non solo le «protegge», ma che fa ricadere su di loro innegabili vantaggi e privilegi in cambio dell’obbligo di obbedienza e di essere servizievoli in tutto e per tutto. Tuttavia, non possiamo escludere che nel prossimo futuro si scateni l’emergere di nuove correnti misogine e maschiliste che espandano la fiamma della discordia e della divisione.

La psicosi collettiva che i mezzi di indottrinamento e manipolazione mentale sono riusciti a creare con l’argomento della violenza di genere ignora che il sesso non è il principale agente della violenza nella società e nasconde la spaventosa crescita dello scontro, dell’aggressione, della violenza e dei crimini all’interno della comunità di uguali. Molti adolescenti (uomini e donne) maltrattano le loro famiglie, specialmente le loro madri – che, sebbene siano donne, non vengono particolarmente difese dalle istituzioni statali. Molti anziani, per lo più anziane, dato che sono le più longeve, subiscono l’abbandono e l’aggressione fisica ed emotiva da parte dei loro parenti o dei loro badanti. Innumerevoli bambini piccoli soffrono per la mancanza di affetto e cura delle madri e dei padri che non li capiscono e non li amano. Gli atti di violenza e crudeltà compiuti da donne sono cresciuti tremendamente negli ultimi anni. Tutto ciò è indotto dallo Stato attraverso la manipolazione delle coscienze attuata dall’industria culturale, dal cinema, dal sistema educativo, ecc. e la creazione di abitudini e comportamenti anti-coesistenza che generano (tra gli altri meccanismi) la legislazione, che normatizza quei processi e quelle pratiche che prima si svolgevano all’interno della comunità e al di fuori delle istituzioni attraverso accordi tra pari e mediante la collaborazione e la comprensione.
L’incapacità della società civile di far fronte a una tale enorme ecatombe di costumi permette al potere tirannico dello Stato di presentarsi come un salvatore contribuendo con ciò che gli è più appropriato, l’organizzazione della violenza istituzionalizzata. Rotti i legami interumani, la polizia e gli eserciti appaiono come garanti della civiltà rendendo giustizia alla profezia hobbessiana secondo la quale noi siamo animali e predatori per natura (6).

L’influenza delle leggi nella convivenza sociale, nella visione del mondo e nelle abitudini degli individui non dovrebbe essere sottovalutata perché il corpo giuridico del sistema, lungi dall’essere una conseguenza della realtà sociale, è, più spesso, la causa di quella stessa realtà, in precedenza ricercata dai legislatori. Questo è il caso della LOVG, che sta ottenendo la distruzione di quel poco che è rimasto delle istituzioni naturali di vita sociale, vale a dire i legami affettivo-sessuali e le relazioni familiari di convivenza e parentela, perché se dal basso la gente è divisa, o meglio ancora atomizzata, il sistema di dominio verrà rafforzato in modo colossale. Una società unita e strutturata, dotata di cultura e capacità di vivere in comune, con la possibilità di dotarsi di obiettivi scelti e aspirazioni condivise, è un acerrimo nemico dello Stato, che vede così fortemente ridotte le sue prerogative e possibilità di azione.
Per questo la segregazione è la via verso il trionfo dell’assolutismo di stato. Prima si sono separati i giovani dagli adulti, poi i bambini dagli anziani, gli anziani dalla società in generale e, infine, gli uomini dalle donne. In questo modo tutti, isolati e solitari, indeboliti, irresponsabili e intupiditi dalla mancanza di esperienza sociale, possono venire soggiogati e dominati meglio dalle istituzioni di potere.

Se il patriarcato del passato era basato sulla famiglia e sul controllo delle relazioni in essa stabilite – una sottomissione che era sempre parziale e limitata – quello attuale si baserà sulla distruzione di tutte le istituzioni naturali della convivenza, sulla creazione di un individuo non più pienamente umano, per via della perdita della maggior parte delle sue capacità di relazione intima e affettiva tra uguali, e in questo avrà un ruolo fondamentale l’odio sessista introdotto dal femminismo di stato che aspira alla distruzione dei valori e delle capacità positive che i soggetti, e specialmente le donne, conservano, e che ci convertirà, se non vi poniamo rimedio, in esseri solitari ed egoisti, estranei alla moralità e al corretto agire nella nostra vita pubblica e privata, impoveriti della pratica mentale riflessiva e, in generale, di ogni vita psichica e spirituale, estranei all’amore e agli autentici bisogni umani.

È incoerente che un certo «radicalismo», che si autodefinisce anti-sistema, faccia da portavoce degli slogan del potere, fomentando il disaccordo tra donne e uomini, definendo tutti gli uomini come potenziali aggressori e indicando come maltrattamenti non azioni che lo sono oggettivamente ma anche gli atti più innocenti e banali (7) creando così un vero e proprio Campo di Agramante in cui si impongono disordine e discordia, e che si ponga quindi di nuovo agli ordini della socialdemocrazia che lo usa come mano d’opera per i suoi progetti.
Dobbiamo essere consapevoli del fatto che, finché il conflitto tra i sessi continuerà a scatenarsi, l’aggressività, la violenza e il crimine di odio continueranno a crescere senza rimedio. I rapporti tra donne e uomini devono essere basati sulla simpatia, l’affetto, la fraternità e l’amore, non sulla paura, l’incomprensione, l’ignoranza e la fobia, perché solo insieme si può affrontare il sistema dominante.

 
RIASSUMENDO:

  • La violenza tra i sessi è assolutamente deprecabile ma, contrariamente a quanto dice il femminismo di stato, non dipende da un unico fattore – la cultura maschilista o il patriarcato – ma da due: da una parte la tragica natura della condizione umana che ci fa diventare dei mostri in determinate circostanze e, dall’altra, l’azione della macchina dello stato capitalista che, attraverso la legge e la manipolazione delle coscienze divide, inimica e frammenta la società civile per aumentare il suo potere. Ed è quest’ultimo, attualmente, il fattore decisivo.
  • Non è ammissibile che coloro che sostengono di opporsi al potere vigente difendano la LOVG o che, senza menzionarla, sostengano le sue concezioni sessiste e androfobiche e incoraggino la guerra tra i sessi.
  • La LOVG deve essere denunciata come legge progettata dallo stato di polizia e dalla repressione indiscriminata contro la popolazione, e che inoltre impone l’intervento del potere nella vita intima degli individui.
  • Va inoltre condannata la sua funzione «educativa», che vuole imporre alla società disvalori quali l’odio, l’egoismo e l’immoralità, così come il suo carattere maschilista e neopatriarcale nel presentare le donne come esseri incompetenti che mette sotto la tutela dello Stato. Noi donne dobbiamo opporci con forza a dette misure che presumibilmente ci proteggono.
  • Condannare e criticare questa legge non è sufficiente, è necessario lottare per la rinascita delle capacità, dei comportamenti, delle pratiche, delle abitudini e delle istituzioni che stanno alla base della convivenza tra pari.
  • Le donne e gli uomini devono recuperare le abilità, gli strumenti e le capacità per scegliere e vivere insieme, recuperando l’amore come legame sublime ed eccezionale e il sesso come potere unitivo di enorme valore. I rapporti intimi tra le persone devono smettere di venire ispezionati dallo Stato e dobbiamo aspirare a diventare estranei a qualsiasi interferenza politica.

 

NOTE:

(1) Cosa che avverrà indubbiamente, provocata dall’azione stessa delle istituzioni che promuovono le accuse offrendo vantaggi economici e sussidi (indubbiamente interessanti) per le donne che denunciano, il che si traduce in un inarrestabile aumento delle false accuse che colpiscono migliaia di uomini innocenti.

(2) Aumentano le donne uccise dai loro partner; il numero di uomini uccisi dalle loro partner è anch’esso in continuo aumento, ma queste ultime cifre vengono tenute nascoste dalle statistiche ufficiali dal 2006, così come il numero dei suicidi di uomini immersi in processi conflittuali di separazione.

(3) Senza contare la crescita delle società di sicurezza private a cui vengono trasferiti alcuni dei compiti relativi agli ordini di protezione per le donne.

(4) Questa situazione non è inusuale al giorno d’oggi. Il «Movimento per un’Ungheria Migliore», ad esempio, di orientazione neonazista, razzista e ultranazionalista, ha tra i suoi leader una donna, Krisztina Morvai, che è stata membro del Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne all’ONU. Questo partito politico ha una milizia paramilitare denominata «Guardia ungherese» accusata di perpetrare omicidi di zingari e di vessare la comunità ebraica del paese.

(5) Si dice questo nella spiegazione delle motivazioni di questa legge, basandosi sulla dichiarazione della Conferenza mondiale sulle donne di Pechino del 1995 in cui si è definito il concetto di violenza di genere.

(6) Hannah Arendt comprende bene che non è la natura umana ma quella artificiale statale che nutre odio tra pari e spiega, citando Machiavelli, che il trionfo della ragione di stato è ciò che richiede che gli esseri umani siano indottrinati nel male. Per la sua crescita, l’apparato di forza dei potenti deve seminare nel corpo sociale il veleno della discordia.

(7) In «Stato di Wonder bra. Intrecciando racconti femministi sulla violenza di genere» si difendono anche, direttamente, la LOVG stessa come un trionfo per le donne e l’azione della socialdemocrazia. In altre occasioni è si fatta una denuncia nei confronti di questa legge per non essere abbastanza dura e costringere le donne a presentare qualche dimostrazione di maltrattamento (questo approccio presuppone che nessuna donna farà un uso perverso di tale prerogativa, situandoci, come donne, non nel mondo degli esseri umani ma in quello degli angeli). Siamo arrivati, con certe teorie, a un pericoloso grado di soggettivismo e arbitrarietà, al punto di considerare che vi sia un’aggressione ogni volta che una donna «si sente aggredita». Con tali argomenti veniamo espulse come donne dallo spazio comune dell’oggettività, giustizia, buon senso, giudizio giusto e riflessivo, degradandoci in un atto puerile che considera il capriccio e la follia come misura di tutte le cose.

 

Prado Esteban Diezma

pradoesteban@hotmail.com
http://prdlibre.blogspot.com

 

Educar en casa está amparado por la ley en Euskadi

La opción de educar en casa


Excelentes noticias para las familias homeschoolers radicadas en la Comunidad Autónoma Vasca, al punto de que podemos afirmar que educar en casa está amparado legalmente para las familias que opten por no escolarizar a sus hijos e hijas en Euskadi.
La nueva redacción del Decreto Balora, de julio de 2017, da un paso más hacia la normalización de estas situaciones, que quedan excluidas de cualquier reproche legal, siempre que se ofrezca a los niños, niñas o jóvenes a cargo de sus padres o cuidadores un programa educativo individualizado, que responda a sus necesidades y no existan otros indicios de desprotección.
No pueden ser mejores las perspectivas de desarrollo de esta opción al amparo de este instrumento tan importante en manos de las Administraciones Públicas Vascas.
La versión anterior del Balora, según el Decreto de 2011, que ya conocíamos, y al que me he referido en numerosas ocasiones en este blog…

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Monsanto perde milioni di dollari in India: gli agricoltori riutilizzano le sementi autoctone

🙂

UnUniverso

Agricoltori-in-IndiaLa società è stata collegata alla morte di 300.000 agricoltori.

di L.M.P.I

Dopo aver spinto illegalmente nel mercato una forma di cotone OGM, in India e in Africa oltre 10 anni fa, la società agrochimica Monsanto oggi sta ora perdendo milioni di dollari poiché gli agricoltori ora piantano le proprie sementi. In passato, la Monsanto è stata accusata di non rispettare le leggi e addirittura farle riscrivere a proprio favore “ungendo” qualche politico, al fine di entrare nel mercato indiano.

Tuttavia, l’azienda ha iniziato a pagare pesantemente per le sue malefatte: oltre 300.000 agricoltori morti tra il 1995 e il 2013, tutte morti attribuite a Monsanto sia in modo diretto che indiretto. Infatti molti suicidi tra i contadini in tutto il Maharashtra, il centro della produzione di cotone in India, sono stati collegati alla avidità della società, secondo i rapporti .

Il governo indiano ha ora iniziato a promuovere attivamente…

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