Quando si parla di femminicidio contro il volere della vittima

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Oggi ho visto su Facebook questo post che ricorda (anche se indubbiamente male) una tragica pagina della storia del nostro paese per farne un simbolo di lotta femminista, e, siccome sono contraria all’utilizzo della memoria di persone defunte per eventi, progetti, propagande o manifestazioni alle quali non sappiamo se avrebbero voluto aderire (visto che, chiaramente, non possiamo chiedere il loro consenso), ho provato a leggere o ascoltare qualcosa dell’epoca e…

la storia mi si è presentata in maniera opposta a quella letta nel post. Queste cose possono succedere e mi piacerebbe che si evitasse appunto di correre questo rischio, cioè che si rispettassero di più la vita, la morte e la memoria delle persone, evitando di affibbiargli dei nostri obiettivi o delle nostre interpretazioni senza nemmeno menzionare il fatto che non siamo sicuri di far bene.

Vorrei quindi invitarvi a leggere le parti del testo che ho selezionato (o il post completo qui) e poi ad ascoltare le parole della vittima, intervistata in una trasmissione dell’epoca:

 

Post:

Captura1

(…)

Captura2

 

Intervista:

 

00     Clicca qui per ascoltarla.

 

Altra intervista:

intervdm

Clicca qui per leggere l’intervista completa

 

Aggiungo qui sotto il commento che ho scritto d’impulso sotto al video,

ma vorrei premettere che l’autrice del post di cui sopra non la conosco e non ce l’ho particolarmente con lei, si tratta solo di un esempio tra tanti, dato che purtroppo questi metodi di persuasione sono usatissimi e forse in alcuni casi le persone che li usano pensano ingenuamente che la vittima sarebbe d’accordo, non sempre si tratta di cinica manipolazione, ma, a mio avviso, sicuramente sarebbe meglio evitare e si tratta pur sempre di mancanza di sensibilità, di tatto… Se io in cinque minuti sono riuscita a scoprire che la vittima del sequestro e tentativo di assassinio aveva lottato proprio contro l’interpretazione (secondo lei errata) della sua tragica esperienza come fatto di violenza di genere, poteva scoprirlo chiunque volesse fare questa brevissima ricerca.

Quindi mi chiedo se i veri sentimenti delle vittime non contino proprio NULLA… 😦

 

4

 

Un’ultima risposta ricevuta su Facebook:

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Questo scambio di idee l’ho aggiunto perché abbastanza tipico, spero che possa essere un utile spunto di riflessione senza offesa per nessuno.

 

Prado Esteban Diezma in italiano sulla legge contro la violenza di genere (traduzione mia)

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LEGISLARE CONTRO L’AMORE

La legge contro la violenza di genere e la costruzione dello Stato di polizia totalitario

La legge sulla violenza di genere del 2004 (LOVG) è stata approvata all’unanimità [in Spagna] da un parlamento in maggioranza maschile (solo il 36% dei parlamentari erano donne). Il consenso generale che questa legislazione ha ottenuto svela la sua importanza capitale per lo Stato e la colloca nella stessa categoria delle linee guida fondamentali del sistema, come la Costituzione del 1978.

I dati della sua applicazione sono scioccanti: il 13% della popolazione carceraria sono maschi puniti per reati definiti da questa legge e una parte importante di questi crimini, se commessi da donne, rientrerebbe nella categoria dei reati minori e non condurrebbe a pene detentive. Durante i primi cinque anni di vita della legge più di centomila uomini hanno subito un qualche tipo di condanna o misura penale. Il governo ritiene che le centomila denunce annuali presentate rappresentino solo un quarto di quelle che si dovrebbero presentare (1), quindi è necessario calcolare che se gli uomini incarcerati per violenza di genere sono novemila in questo momento, potrebbero raggiungere presto la cifra di trentaseimila, aumenterebbe cioè la popolazione carceraria del 50%, dando vita ad autentici campi di concentramento.

D’altra parte, l’applicazione di questa norma non solo non ha risolto il problema della morte delle donne uccise dai loro partner, ma le vittime (2) hanno continuato ad aumentare. Una crescita che è proprio il risultato dell’amarezza, del risentimento e dell’ostilità che la legge e la propaganda schiacciante dei media e del sistema educativo, tra le altre cause, generano nei rapporti tra i sessi.
Tale normativa ha effetti molto positivi per il maccanismo dello Stato capitalista che incita la discordia tra le donne e gli uomini come pretesto per espandere ulteriormente lo stato militare e di polizia e l’intervento del sistema giuridico nella vita sociale, mentre prova procedure eccezionali per il controllo e il dominio della popolazione civile come i braccialetti di sorveglianza e vigilanza, e per la massiccia manipolazione mentale che si avvale di misure (giudiziarie o meno) di rieducazione come quelle attualmente effettuate sugli uomini per la creazione di quella che chiamano la «nuova mascolinità».
Appropriandosi del discorso dell’emancipazione e della liberazione femminile, il femminismo di Stato rende accettabile una normativa che è, a tutti gli effetti, un regime speciale, con tribunali speciali e applicazione del diritto penale del nemico a una parte della popolazione alla quale viene imposta la presunzione di colpevolezza generica.
L’attuazione di tali misure giustifica la crescita inarrestabile delle varie forze di polizia e Guardia Civile che aumentano al ritmo del 5% annuo (3), con una percentuale di donne che nel centro di formazione di polizia Avila è già il 19% per la scala di base, mentre per la scala dell’esecutivo sono il 56% dei richiedenti, alcune donne hanno raggiunto la cima del potere di polizia e del potere statale come Elena Sánchez, segretaria generale della CNI o Concepción de la Vega, capo superiore di polizia nelle isole Canarie.
Ma questa crescita mostruosa dello stato repressivo si presenta con un’immagine progressista e liberatoria di difesa degli oppressi (le donne) e di ripristino della giustizia sociale, così la polizia non è più vista come un’istituzione per la tortura e la brutalità contro la gente comune ma come una ONG di salvatori e salvatrici di donne indifese.

La LOVG, tuttavia, non è un caso unico, fa parte del vasto piano di espansione degli strumenti di violenza perpetrata dai governi della socialdemocrazia a partire dal 2004, tra cui sono comprese una serie di leggi e la recente riforma del Codice Penale.

Inoltre, le centinaia di miglia di donne sono oggi sempre più in contatto quotidiano con gli apparati repressivi, le continue visite alle stazioni di polizia o alle caserme della Guardia Civile stabiliscono relazioni di dipendenza e adesione nei confronti di queste istituzioni, la simpatia con cui i suoi membri si presentano e l’intimità che in molte occasioni genera il rapporto instaurato con loro saranno utilizzate dall’apparato repressivo per reclutare tra le donne confidenti e collaboratrici e indottrinarle all’ideologia di un nuovo fascismo basato sull’esaltazione delle istituzioni statali e sull’odio irrazionale (che ora si materializza nell’orrore nei confronti degli uomini ma che può essere diretto verso qualsiasi altro gruppo sociale) perché la loro natura emotiva e istintiva le rende facilmente manipolabili.
Il sessismo, che è l’essenza della LOVG, è un’ideologia della stessa natura del razzismo perché è un essenzialismo biologico. Nello stesso modo in cui i nazisti hanno usato il sentimento anti-ebraico per costituire la loro base di consenso, istigando le masse all’odio irrazionale e alimentando l’emotività più elevata, il pregiudizio basato sull’androfobia viene usato oggi dal potere con la stessa funzione.

Questa dottrina, insieme alle abitudini e ai modelli di comportamento che l’incessante istruzione e l’applicazione delle leggi chiamate di discriminazione positiva creano nelle donne, faranno rivivere filosofie e organizzazioni fasciste che, in molti casi, avranno un volto femminile (4).
Per questa ragione tra le fonti di cui il femminismo di stato si nutre vi sono correnti che sono state erroneamente descritte come anti-sistema, come il movimento SCUM che già dal suo stesso nome (i suoi acronimi significano Società per lo Sterminio dell’Uomo) è un’affermazione fascista.

Pur essendo la repressione l’aspetto più sorprendente, non è l’unico, né il più importante elemento inquietante di una legge che mira alla trasformazione radicale e irrevocabile delle idee, comportamenti e schemi culturali che hanno storicamente organizzato i legami tra donne e uomini. In primo luogo, definisce tutte le relazioni tra i sessi come rapporti di potere e dominio, affermando che, da tempi immemorabili, gli uomini hanno abusato delle donne (5) e usato l’aggressione contro di loro grazie al posto privilegiato che occupano nella società.

Si afferma anche che la violenza dei maschi nei confronti delle femmine è strutturale, cioè che si verifica perché sono donne e non ha una causa specifica. Paradossalmente gli uomini sono oppressori nei confronti delle donne solo quando hanno legami affettivo-sessuali con loro, ma non quando sono uomini d’affari, governatori, poliziotti, giudici, giganti dei media o altri potenti; da questo si deduce che non si tratta di una legge contro gli uomini in generale, bensi contro le relazioni affettivo-sessuali, i legami e le naturali istituzioni della convivenza. È sorprendente che questa argomentazione pazza e insensata sia penetrata così fortemente in una parte significativa della società.
Con simili discorsi si incoraggiano molte donne ad assumere un’ideologia vittimista, che rivendica il diritto di essere debole, mentre si coltivano il risentimento e il rancore più aspri verso gli uomini, fomentando un rifiuto irrazionale che annulla le capacità riflessive e intellettuali delle donne che la sostengono e provoca atteggiamenti e sentimenti di lamentela e inferiorità, oltre a un’aggressiva ferocia nei confronti dell’altro sesso.
Infatti, la legge che istituisce la speciale vulnerabilità delle donne, il loro bisogno di protezione eccezionale, dimostra un sessismo indefinito, sostituendo la tutela maritale che aveva istituito il codice civile del 1889 con quella dello Stato e delle sue istituzioni e funzionari, fondando così un neo-patriarcato statale, che non solo le «protegge», ma che fa ricadere su di loro innegabili vantaggi e privilegi in cambio dell’obbligo di obbedienza e di essere servizievoli in tutto e per tutto. Tuttavia, non possiamo escludere che nel prossimo futuro si scateni l’emergere di nuove correnti misogine e maschiliste che espandano la fiamma della discordia e della divisione.

La psicosi collettiva che i mezzi di indottrinamento e manipolazione mentale sono riusciti a creare con l’argomento della violenza di genere ignora che il sesso non è il principale agente della violenza nella società e nasconde la spaventosa crescita dello scontro, dell’aggressione, della violenza e dei crimini all’interno della comunità di uguali. Molti adolescenti (uomini e donne) maltrattano le loro famiglie, specialmente le loro madri – che, sebbene siano donne, non vengono particolarmente difese dalle istituzioni statali. Molti anziani, per lo più anziane, dato che sono le più longeve, subiscono l’abbandono e l’aggressione fisica ed emotiva da parte dei loro parenti o dei loro badanti. Innumerevoli bambini piccoli soffrono per la mancanza di affetto e cura delle madri e dei padri che non li capiscono e non li amano. Gli atti di violenza e crudeltà compiuti da donne sono cresciuti tremendamente negli ultimi anni. Tutto ciò è indotto dallo Stato attraverso la manipolazione delle coscienze attuata dall’industria culturale, dal cinema, dal sistema educativo, ecc. e la creazione di abitudini e comportamenti anti-coesistenza che generano (tra gli altri meccanismi) la legislazione, che normatizza quei processi e quelle pratiche che prima si svolgevano all’interno della comunità e al di fuori delle istituzioni attraverso accordi tra pari e mediante la collaborazione e la comprensione.
L’incapacità della società civile di far fronte a una tale enorme ecatombe di costumi permette al potere tirannico dello Stato di presentarsi come un salvatore contribuendo con ciò che gli è più appropriato, l’organizzazione della violenza istituzionalizzata. Rotti i legami interumani, la polizia e gli eserciti appaiono come garanti della civiltà rendendo giustizia alla profezia hobbessiana secondo la quale noi siamo animali e predatori per natura (6).

L’influenza delle leggi nella convivenza sociale, nella visione del mondo e nelle abitudini degli individui non dovrebbe essere sottovalutata perché il corpo giuridico del sistema, lungi dall’essere una conseguenza della realtà sociale, è, più spesso, la causa di quella stessa realtà, in precedenza ricercata dai legislatori. Questo è il caso della LOVG, che sta ottenendo la distruzione di quel poco che è rimasto delle istituzioni naturali di vita sociale, vale a dire i legami affettivo-sessuali e le relazioni familiari di convivenza e parentela, perché se dal basso la gente è divisa, o meglio ancora atomizzata, il sistema di dominio verrà rafforzato in modo colossale. Una società unita e strutturata, dotata di cultura e capacità di vivere in comune, con la possibilità di dotarsi di obiettivi scelti e aspirazioni condivise, è un acerrimo nemico dello Stato, che vede così fortemente ridotte le sue prerogative e possibilità di azione.
Per questo la segregazione è la via verso il trionfo dell’assolutismo di stato. Prima si sono separati i giovani dagli adulti, poi i bambini dagli anziani, gli anziani dalla società in generale e, infine, gli uomini dalle donne. In questo modo tutti, isolati e solitari, indeboliti, irresponsabili e intupiditi dalla mancanza di esperienza sociale, possono venire soggiogati e dominati meglio dalle istituzioni di potere.

Se il patriarcato del passato era basato sulla famiglia e sul controllo delle relazioni in essa stabilite – una sottomissione che era sempre parziale e limitata – quello attuale si baserà sulla distruzione di tutte le istituzioni naturali della convivenza, sulla creazione di un individuo non più pienamente umano, per via della perdita della maggior parte delle sue capacità di relazione intima e affettiva tra uguali, e in questo avrà un ruolo fondamentale l’odio sessista introdotto dal femminismo di stato che aspira alla distruzione dei valori e delle capacità positive che i soggetti, e specialmente le donne, conservano, e che ci convertirà, se non vi poniamo rimedio, in esseri solitari ed egoisti, estranei alla moralità e al corretto agire nella nostra vita pubblica e privata, impoveriti della pratica mentale riflessiva e, in generale, di ogni vita psichica e spirituale, estranei all’amore e agli autentici bisogni umani.

È incoerente che un certo «radicalismo», che si autodefinisce anti-sistema, faccia da portavoce degli slogan del potere, fomentando il disaccordo tra donne e uomini, definendo tutti gli uomini come potenziali aggressori e indicando come maltrattamenti non azioni che lo sono oggettivamente ma anche gli atti più innocenti e banali (7) creando così un vero e proprio Campo di Agramante in cui si impongono disordine e discordia, e che si ponga quindi di nuovo agli ordini della socialdemocrazia che lo usa come mano d’opera per i suoi progetti.
Dobbiamo essere consapevoli del fatto che, finché il conflitto tra i sessi continuerà a scatenarsi, l’aggressività, la violenza e il crimine di odio continueranno a crescere senza rimedio. I rapporti tra donne e uomini devono essere basati sulla simpatia, l’affetto, la fraternità e l’amore, non sulla paura, l’incomprensione, l’ignoranza e la fobia, perché solo insieme si può affrontare il sistema dominante.

 
RIASSUMENDO:

  • La violenza tra i sessi è assolutamente deprecabile ma, contrariamente a quanto dice il femminismo di stato, non dipende da un unico fattore – la cultura maschilista o il patriarcato – ma da due: da una parte la tragica natura della condizione umana che ci fa diventare dei mostri in determinate circostanze e, dall’altra, l’azione della macchina dello stato capitalista che, attraverso la legge e la manipolazione delle coscienze divide, inimica e frammenta la società civile per aumentare il suo potere. Ed è quest’ultimo, attualmente, il fattore decisivo.
  • Non è ammissibile che coloro che sostengono di opporsi al potere vigente difendano la LOVG o che, senza menzionarla, sostengano le sue concezioni sessiste e androfobiche e incoraggino la guerra tra i sessi.
  • La LOVG deve essere denunciata come legge progettata dallo stato di polizia e dalla repressione indiscriminata contro la popolazione, e che inoltre impone l’intervento del potere nella vita intima degli individui.
  • Va inoltre condannata la sua funzione «educativa», che vuole imporre alla società disvalori quali l’odio, l’egoismo e l’immoralità, così come il suo carattere maschilista e neopatriarcale nel presentare le donne come esseri incompetenti che mette sotto la tutela dello Stato. Noi donne dobbiamo opporci con forza a dette misure che presumibilmente ci proteggono.
  • Condannare e criticare questa legge non è sufficiente, è necessario lottare per la rinascita delle capacità, dei comportamenti, delle pratiche, delle abitudini e delle istituzioni che stanno alla base della convivenza tra pari.
  • Le donne e gli uomini devono recuperare le abilità, gli strumenti e le capacità per scegliere e vivere insieme, recuperando l’amore come legame sublime ed eccezionale e il sesso come potere unitivo di enorme valore. I rapporti intimi tra le persone devono smettere di venire ispezionati dallo Stato e dobbiamo aspirare a diventare estranei a qualsiasi interferenza politica.

 

NOTE:

(1) Cosa che avverrà indubbiamente, provocata dall’azione stessa delle istituzioni che promuovono le accuse offrendo vantaggi economici e sussidi (indubbiamente interessanti) per le donne che denunciano, il che si traduce in un inarrestabile aumento delle false accuse che colpiscono migliaia di uomini innocenti.

(2) Aumentano le donne uccise dai loro partner; il numero di uomini uccisi dalle loro partner è anch’esso in continuo aumento, ma queste ultime cifre vengono tenute nascoste dalle statistiche ufficiali dal 2006, così come il numero dei suicidi di uomini immersi in processi conflittuali di separazione.

(3) Senza contare la crescita delle società di sicurezza private a cui vengono trasferiti alcuni dei compiti relativi agli ordini di protezione per le donne.

(4) Questa situazione non è inusuale al giorno d’oggi. Il «Movimento per un’Ungheria Migliore», ad esempio, di orientazione neonazista, razzista e ultranazionalista, ha tra i suoi leader una donna, Krisztina Morvai, che è stata membro del Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne all’ONU. Questo partito politico ha una milizia paramilitare denominata «Guardia ungherese» accusata di perpetrare omicidi di zingari e di vessare la comunità ebraica del paese.

(5) Si dice questo nella spiegazione delle motivazioni di questa legge, basandosi sulla dichiarazione della Conferenza mondiale sulle donne di Pechino del 1995 in cui si è definito il concetto di violenza di genere.

(6) Hannah Arendt comprende bene che non è la natura umana ma quella artificiale statale che nutre odio tra pari e spiega, citando Machiavelli, che il trionfo della ragione di stato è ciò che richiede che gli esseri umani siano indottrinati nel male. Per la sua crescita, l’apparato di forza dei potenti deve seminare nel corpo sociale il veleno della discordia.

(7) In «Stato di Wonder bra. Intrecciando racconti femministi sulla violenza di genere» si difendono anche, direttamente, la LOVG stessa come un trionfo per le donne e l’azione della socialdemocrazia. In altre occasioni è si fatta una denuncia nei confronti di questa legge per non essere abbastanza dura e costringere le donne a presentare qualche dimostrazione di maltrattamento (questo approccio presuppone che nessuna donna farà un uso perverso di tale prerogativa, situandoci, come donne, non nel mondo degli esseri umani ma in quello degli angeli). Siamo arrivati, con certe teorie, a un pericoloso grado di soggettivismo e arbitrarietà, al punto di considerare che vi sia un’aggressione ogni volta che una donna «si sente aggredita». Con tali argomenti veniamo espulse come donne dallo spazio comune dell’oggettività, giustizia, buon senso, giudizio giusto e riflessivo, degradandoci in un atto puerile che considera il capriccio e la follia come misura di tutte le cose.

 

Prado Esteban Diezma

pradoesteban@hotmail.com
http://prdlibre.blogspot.com

 

Familia italiana vegana y unschooler pierde la custodia de dos niñas

En Ancona (Italia) dos niñas fueron apartadas de sus padres por ser veganas y unschoolers, dos costumbres perfectamente legales.

La batalla legal de los padres para ver reconocido su derecho de educar a sus hijas de acuerdo con sus propios valores:

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FUENTE: Vegolosi.it

Otra historia de nutrición vegana en familia que termina en los tribunales. Esta vez sucedió en Ancona, donde el pasado octubre, el Tribunal de Menores, mediante una orden de ejecución inmediata, suspendió la responsabilidad parental a dos jóvenes, dando la custodia de sus hijas menores de edad a los servicios sociales, nombrando un tutor legal y mudando a las niñas a la casa de sus abuelos omnívoros. Las pequeñas pudieron volver a casa después de un mes, ya que unos exámenes de la sangre dieron prueba de su salud, pero su custodia queda en manos del tutor legal. Fueron obligadas también a ingresar en una escuela, afortunadamente se trata de una escuela alternativa que sigue el método Montessori, pero ya no son unschoolers y esto significa que no aprenden con sus ritmos e actitudes naturales como era su costumbre.

El detalle más importante de este caso es que en Italia ni el unschooling ni el veganismo son ilegales. Unas niñas saludables y felices tuvieron que pasar por una serie de traumas sin ninguna razón. A continuación vamos a ver como ha podido suceder:

El factor principal ha sido la falta de información que lamentablemente todavía existe en las instituciones que atienden a los ciudadanos. La decalración de rutina que las familias homeschoolers e unschoolers envían al director o directora del instituto escolar más cercano o al alcalde o alcaldesa de su ciudad, fue recibida con desconfianza y, como suele suceder, en este caso el director no sabía que los exámenes de fin de año (incompatibles con el unschooling) no son obligatorios (con excepción del último, que se pasa a los 16 años, sin consecuencias si no se obtienen buenas calificaciones según el programa y con la única consecuencia de una multa irrisoria para los padres si no se quiere hacer). Al no conocer este detalle, el director se puso en contacto con Asuntos Sociales. 

Una vez conocida la situación familiar, Asuntos Sociales optó por considerar, contra cualquier lógica sino la de un conformismo extremo, la dieta frugivora de la madre de las niñas (que eran veganas), como un factor de peligro y pasaron el caso a los tribunales. Las niñas fueron alejadas de sus padres antes del éxito de los exámenes que en fin demostraron que gozaban de plena salud.

La medida extrema de dar su custodia legal a un Tutor externo a la familia, medida que se suele considerar oportuna solo en casos de malos tratos graves y que el abogado de la familia considera injusta, ha interrumpido los planes de la familia de mudarse a vivir a Thailandia. Ahora Pam, la madre de las niñas, asegura que luchará sin descanso hasta recuperar sus derechos y retomar el rumbo de su vida.

Hoy he hablado con ella a través de las redes sociales, y he grabado este VIDEO donde podéis leer su mensaje privado, que me ha permitido difundir.

Me pregunto en que clase de mundo estamos vivendo. Quise traducir esta noticia para ver si puede tener más difusión. Parece increíble que se persigan a personas que se distinguen por sus actitudes pacificas y, sobre todo, si son personas que conocen las leyes y saben que sus valores y comportamientos no van en contra de ninguna.

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Pam (en la foto) siempre quiso utilizar las redes sociales para hablar de sus logros relacionados con el plan de nutrición que le permitió superar un problema de obesidad.

Es una persona que se dedica a difundir los valores en los que cree, una mujer que se mantiene constantemente fiel a su ideal de no violencia y de vida saludable.

Su firme convicción puede haber jugado en su contra, de hecho ahora ella y el padre de las peques deben entrevistarse con los trabajadores sociales de forma periódica. Al parecer, estos valores se ven todavía como factores extremos, por lo que el trabajo de difusión de estudios sobre nutrición que los veganos y frugívoros suelen hacer es muy necesario.

Survival acusa a / accusa il / accuses WWf

survival

 

ES: Survival International ha presentado una queja formal sobre las actividades del Fondo Mundial para la Naturaleza (WWF) en Camerún. Se trata de la primera vez que una organización conservacionista… (sigue)

IT: Survival International ha presentato una Istanza formale all’OCSE in merito alle attività del WWF (World Wide Fund for Nature) in Camerun. È la prima volta che un’organizzazione per la conservazione… (segue)

EN: Today, Survival launched a historic complaint to the OECD against WWF for their involvement in violent abuse of Baka Pygmies – the first time a complaint like this… (read more)

 

La strega dei boschi

Lunanuvola's Blog

simona e zabka

Simona Kossak (1943 – 2007), polacca, era una scienziata, un’ecologista che ha lottato per la protezione delle più antiche foreste d’Europa, una documentarista pluripremiata e una conduttrice radiofonica, nonché una zoopsicologa. Per più di trent’anni ha vissuto in una capanna nella foresta di Białowieża, senza elettricità o accesso all’acqua corrente. La chiamavano strega, perché parlava con gli animali, aveva allestito un rifugio per loro e uno studio veterinario per curarli: una lince dormiva nel suo letto e una femmina di cinghiale, Żabka, visse con lei per 17 anni; allevò una cucciolata di cervi che la ritenevano la loro madre e strinse amicizia con il famoso corvo-terrorista che faceva dispetti a tutto il mondo, fuorché a lei.

I brani seguenti sono tratti dal libro di Anna Kamińska «Simona. Opowieść o niezwyczajnym życiu Simony Kossak», uscito nel luglio 2015. Le immagini sono di Lech Wilczek.

La gente chiamava il corvo un…

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Diritti umani: ONU nel caos, dimissioni di Flavia Pansieri

dimissioni flavia pansieri

La causa potrebbe essere ricercata negli abusi sessuali su minori per cui sono accusati i caschi blu francesi nella Repubblica Centrafricana, scandalo scoppiato nell’aprile di quest’anno, grazie ad una relazione di Anders Kompass, funzionario della stessa agenzia ONU. Durante l’estate dello scorso anno Kompass aveva presentato un rapporto dettagliato alla Pansieri, suo superiore più alto in grado, che, per sua stessa ammissione, l’ha sottovalutato.

Continua…

 

Scontro di civiltà: Solo a noi stanno togliendo l’allegria?

Grazie ad Abbattoimuri e Bortocal -Wordpress

Al di là del Buco

Senza titoloLeggo in questi giorni molte allusioni ad un fantomatico scontro di civiltà, basato su stereotipi costruiti di recente. Varie testate giornalistiche, il blog di Saviano, programmi televisivi e quant’altro, attingono a questa teoria, che mi permetto di provare a sfatare, negli spazi che vorranno accogliere il mio messaggio.

A partire dal problema dell’Afghanistan (soprattutto riguardo al regime dei talebani) i mass media ci hanno propinato un’immagine dell’intero mondo arabo e islamico che dicono essere in contrasto col nostro stile di vita perché portatore di tristezza, proibizioni e serietà estreme, che attenterebbero al nostro concetto di libertà legato al ‘DIRITTO AI DIVERTIMENTI’.

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Scontro di civiltà: Solo a noi stanno togliendo l’allegria?

fuente imagen: cambiodepiel

Sia quell’opportunista cronico di Saviano (ora, alludo al blog, non al suo primo libro che mi era piaciuto, la fama corrompe evidentemente) che altri manipolatori o ignoranti che, purtroppo per noi, si ritrovano una penna in mano, stanno ‘costruendo’ uno ‘scontro di civiltà’ basato su menzogne a buon mercato. Su stereotipi dosati in modo da mistificare la realtà.

A partire dal problema dell’Afghanistan (talebani ecc) i mass media ci stanno propinando un’immagine del mondo arabo/islamico che dovrebbe essere in contrasto col nostro stile di vita perché portatore di tristezza, proibizioni e serietà estreme, in contrasto col nostro ‘DIRITTO AI DIVERTIMENTI’ come espressione di libertà… che comunque poi non è nemmeno tanto alto come valore umano, eh. Dovendo proprio fare il gioco delle differenze, anche fosse fatto senza screditare nessuno, mi piacerebbe distinguermi per qualcos’altro. Ma andiamo avanti.

Mi ero già accorta che la gente intorno a me non ricordava più lo stereotipo (e qui parlo di stereotipi reali) Centro+Sud-del-mondo= MUSICALITA’, e l’aveva sostituito con ‘repressione dell’allegria’ (soprattutto di quella femminile, nella nostra mente).

Repressione che poteva (e avrebbe dovuto) essere addebitata a una particolare dittatura ma invece veniva recepita (grazie ai mass media) come parte integrante di una cultura ampiamente estesa. Proprio come tradizione. E questo è uno stereotipo completamente falso, costruito di recente.

Grazie ad una mia breve esperienza di contatto con la cultura araba, posso invece testimoniare che si tratti di gente fin troppo festaiola. Magari con parametri diversi dai nostri, tipo anche con meno attaccamento al consumismo delle uscite in locali appositi (più feste basate sul gruppo musicale invitato in giardino e barbecue all’aperto che in ristoranti e discoteche) e quasi zero necessità di associare la festa al consumo di alcolici.

Cose non negative, penso, considerando che i partecipanti alle feste si divertivano a più non posso anche da sobri e che comunque alcuni balli di origine tribale sono associati addirittura alla trance, non proprio al controllo razionale. E magari, ok, usando meno minigonne, ma appunto per questo anche mostrando minime (o nulle) differenze tra l’esposizione del corpo femminile e di quello maschile, cosa che a me non pareva male, come confronto. Ma non certo meno allegria, anzi, forse di più.

Si potrebbe fare un parallelo, volendo, con la Spagna. E’ sempre stata festaiola, ma durante la dittatura Franco aveva proibito tutto, carnevale, feste in piazza… persino suonare a casa nelle ricorrenze tradizionali, ti arrestavano proprio. Però noi sappiamo che si è trattato di un periodo di dittatura, nessuno qui ha mai messo in dubbio che la gente in Spagna sia tendenzialmente festaiola se lasciata libera di esprimersi…

Quindi perché non si parla di aggressione dei terroristi anche sul mondo arabo/islamico e di annichilamento anche della loro proverbiale allegria??

Solo a noi stanno togliendo la libertà di divertirci? Ammesso e non concesso che quello sia l’unico sinonimo di libertà degno di nota… Gli altri potrebbero forse divertirsi al cimitero, o forse non aver sorriso mai, non aver mai suonato tamburi o flauti, senza nulla togliere alla bellezza dei violini, e non aver mai concepito una danza? O stiamo perdendo la memoria, o stiamo perdendo il lume della ragione. Sveglia! 🙂

Molti paesi africani continuano a pagare una tassa coloniale alla Francia

“Senza l’Africa, la Francia scivolerebbe a livello di una potenza del terzo mondo” (Chirac)

E’ un sistema malvagio denunciato dall’Unione Europea, ma la Francia non è pronta a spostarsi da quel sistema coloniale che muove 500 miliardi di dollari dall’Africa al suo ministero del tesoro ogni anno.

Spesso accusiamo i leader africani di corruzione e di servire gli interessi delle nazioni occidentali, ma c’è una chiara spiegazione per questo comportamento. Si comportano così perché hanno paura di essere uccisi o di restare vittime di un colpo di stato.

Negli ultimi 50 anni un totale di 67 colpi di stato si sono susseguiti in 26 paesi africani, 16 di quest’ultimi sono ex colonie francesi, il che significa che il 61% dei colpi di stato si sono verificati nell’Africa francofona.

Leggi…

La fortuna di essere dislessico

Ninety-nine News

Giovane e dislessico? Ti è andata bene…

Di Benjamin Zephaniah

Faccio parte della generazione in cui gli insegnanti non sapevano cosa fosse la dislessia. Il grosso problema del sistema di istruzione dell’epoca era la mancanza di compassione, comprensione e umanità. Guardando al passato, non provo rabbia nei confronti degli insegnanti. Chi voleva seguire un approccio individuale non poteva farlo. L’idea di essere gentile e premuroso e di ascoltare i problemi degli studenti proprio non esisteva: il passato è un’altra nazione.

A scuola, le mie idee contraddicevano sempre quelle degli insegnanti. Mi ricordo di quando un’insegnante ha detto che gli esseri umani dormono per un terzo della loro vita: io ho alzato la mano e ho detto «Se c’è un Dio, non ha fatto un errore di progettazione? Se costruisci qualcosa vuoi che sia efficiente. Se io fossi Dio farei in modo che si possa stare svegli. Così le persone buone possono…

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